Con oggi si inaugura un editoriale che tratterà il tema delle comunità energetiche, per offrire spunti di riflessione ed educazione sulla questione energetica di comunità.
Come evidenziato nello slogan di InfinityHub, la transizione energetica è tale se è in relazione sinergica con le persone e se è capace di futuro.
La visione d’insieme del percorso, che verrà approfondita, con l’editoriale si struttura con i seguenti frame concettuali:
– socio-ambientale: come coinvolgere la società civile (famiglie, imprese, pubblica amministrazione) nella fornitura e consumo, in modo da evitare sprechi di energia e materia e l’accentuazione di sperequazioni sociali;
– giuridico-amministrativa: come operano i profili istituzionali sui diversi territori e quali profili possono essere disegnati per ottemperare le esigenze legate all’uso dell’energia, ossia libertà di impresa, equità sociale, sicurezza degli approvvigionamenti, basso impatto ambientale e salvaguardia degli interessi;
– tecnico-economico: come sviluppare innovazioni tecnologiche che rispondano a una sostenibilità finanziaria, all’efficienza dell’energia e alla congruenza dell’economia con valori sociali ed ecologici.
Analizzando una ricognizione critica della letteratura sul tema, offerta dal manuale “Energia e innovazione tra flussi globali e circuiti locali” a cura di Giorgio Osti e Luigi Pellizzoni, esaminiamo la nozione di energia di comunità.
Ma cosa significa esattamente “energia di comunità”?
La letteratura sulla nozione di riferimento non appare perfettamente distinta, non essendoci un consenso unanime né a livello accademico né a livello di policy-maker, ma proprio questa “flessibilità” interpretativa permette l’ampia accettabilità.
In altre parole, l’espressione sembra aver avuto successo, non per la sua chiarezza definitoria, ma perché funziona da boundary-object (Star e Griesemer 1989), ossia da nozione-ponte la cui non definitzione semantica agevola il contatto e il dialogo tra soggetti e interessi disparati.
Anche se sussiste una diversità terminologica, le definizioni fornite convergono ampiamente. L’energia di comunità viene descritta in termini di iniziative, quando le comunità (comunque definite) mostrano un elevato grado di proprietà o controllo e godono di significativi benefici collettivi legati alla generazione, gestione, conservazione, acquisizione e consumo dell’energia. Benefici che si estendono alla collettività più ampia nella misura in cui tali iniziative portano a uno sviluppo delle rinnovabili e a una riduzione dei consumi energetici. Le iniziative possono essere associate anche a un incremento della coesione sociale, del senso di empowerment e dell’economia locale e alla promozione dell’innovazione sociale. (cfr. Walker e Devine-Wright 2008; Hoffman et al. 2013; Bauwens e Eyre 2017).
Secondo Burchell et al. (2014) si possono identificare sei significati, distinti ma collegati tra di loro, in riferimento all’azione di comunità energetica:
1. un’attività locale o collegata a un luogo;
2. un’attività basata su interessi;
3. un processo collaborativo e gestito dalla comunità con benefici distribuiti localmente
in modo equitativo;
4. un’attività a livello intermedio tra quello individuale e quello delle grandi
organizzazioni o dello stato;
5. un attore provvisto di agency;
6. una nicchia sperimentale.
Come evidenziato poc’anzi non esiste una dottrina unica che ispiri la ricerca sul campo energetico, ma è preferibile impostare l’approccio al problema energia in termini multidisciplinari e multi-prospettive.
Nel testo Energetische Kulturtheorien (Per una teoria culturale dell’energia) M. Weber sottolinea che “i sociologi devono essere consapevoli che l’equilibrio energetico, fisico e chimico è parte dei processi di sviluppo tecnico ed economico” e che “tutte le influenze casuali, derivate dall’applicazione delle leggi dell’energia, devono essere prese attentamente in considerazione quando si cerca di comprendere i fenomeni sociali.” (Weber, 1909, p.569, cit. in Gross, Mautz, 2015, p.21).
Nella prossima pubblicazione dell’editoriale approfondiremo il frame socio-ambientale, in particolare tratteremo il tema del consumo e del risparmio energetico in relazione alle pratiche sociali, alle culture socio-materiali e agli immaginari socio-tecnici.
Riferimenti bibliografici:
● Bauwens, T., Eyre, N. (2017), Exploring the links between community-based governance and sustainable energy use: quantitative evidence from Flanders,
«Ecological Economics», 137, pp. 163-172.
● Burchell K., Rettie R.(2014), Community, the very idea!: perspectives of participants
in a demand-side community energy project, People Place and Policy.
● Gross M., Mautz R. (2015), Renewable Energies, Routledge, London
● Hoffman, S., Fudge, S., Pawlisch, L., High-Pippert, A., Peters, M., Haskard, J. (2013),
● Public values and community energy: lessons from the US and UK, «Sustainability»
5, pp. 1747-1763.
● Star, S. L., & Griesemer, J. R. (1989). Institutional ecology, “translations” and boundary objects: Amateurs and professionals in Berkeley’s Museum of Vertebrate Zoology, 1907-1939. Social Studies of Science, 19, 387-420.
● Walker, G., Devine-Wright, P. (2008), Community renewable energy: what should it mean? «Energy Policy» 36, pp. 497-500.