Donne e Investimenti: una prospettiva globale
“Se le donne sentono di non poter essere
parte del sistema, allora è così
un problema anche per il sistema
come per le donne stesse.”
Iona Bain
(Esperta di finanza nel Regno Unito, giornalista, podcaster e autrice)
Il mondo degli investimenti è un significativo motore di cambiamento individuale e globale.
L’investimento può migliorare la prosperità e provvedere ad una maggior indipendenza e libertà ma, soprattutto, può supportare i valori personali, generando un impatto positivo nella sfera sociale ed ambientale, con un ritorno finanziario.
Il secondo articolo dell’editoriale “Donne e Investiment(Y)” propone una visione globale del mondo femminile negli investimenti, attraverso la rilettura, in chiave sociologica e finanziaria, di un report scientifico promosso da BNY Mellon, corporazione bancaria multinazionale statunitense.
La ricerca sociale in merito analizza tre tematiche rilevanti per poter comprendere al meglio il fenomeno culturale, sociale ed economico delle donne nell’industria finanziaria.
Perchè le donne non investono?
La citazione di Ion Bain evidenzia immediatamente che le sfide principali del fenomeno in questione non sono da analizzare esclusivamente dal punto di vista femminile, bensì anche rispetto ad una visione sistemica che considera la sfera comunicativa, culturale e sociale.
Di seguito, le principali barriere all’investimento femminile.
La crisi nel coinvolgimento
Il mondo finanziario raggiunge in modo diverso uomini e donne. A livello globale solo una donna su dieci dichiara di comprendere completamente gli investimenti e meno di un terzo delle donne (28%) si sente sicura nell’investire una somma di denaro.
Il coinvolgimento delle donne varia da paese a Paese: solo il 15% delle donne in Giappone si sente sicura nell’investire una somma di denaro; questa percentuale cresce al 46% e 47% in Brasile e India – un valore tre volte superiore. Culture diverse implicano diversa percezione agli investimenti e un diverso coinvolgimento nell’industria finanziaria.
L’ostacolo del profitto
Le donne, in media, credono di aver bisogno di un profitto mensile di $4,092 (circa $50.000 all’anno), prima di prendere in considerazione l’investimento. Un valore abbastanza irrealistico, specialmente considerando che il 27% delle donne descrive la propria salute finanziaria come povera o decisamente povera.
Il mito dell’alto rischio
La distorsione percettiva del “rischio d’investimento” porta solo il 9% delle donne ad investire con una tolleranza elevata di rischio. Il 42% di donne investe con un rischio basso di tolleranza.
E se le donne in finanza potessero essere motore di cambiamento globale?
Si stima che, se le donne investissero allo stesso tasso degli uomini, ci sarebbero almeno 3,22 trilioni di dollari in più di beni gestiti da privati oggi. Lo studio di BNY rivela che, se un numero maggiore di donne investisse, anche in termini di capitali, la maggiore partecipazione potrebbe avere un impatto positivo sulla vita delle donne, sul mercato degli investimenti e sul pianeta.
Le donne hanno maggiori probabilità di fare investimenti con un impatto sociale e ambientale positivo, per questo gli investimenti femminili possono essere un motore di cambiamento globale. L’afflusso di capitale aggiuntivo in Responsible Investment sarebbe di $ 1,87 trilioni, con la partecipazione femminile se le donne investissero allo stesso tasso di uomini.
Quando si tratta di combinare scopo e profitto, le donne più giovani aprono la strada, vedono dunque il loro denaro come una forza dirompente per il cambiamento.
Holly Mackay, esperta finanziaria, dice a questo proposito:
“Naturalmente, le donne vogliono vedere il ritorno nei loro investimenti, ma non solo, vogliono vedere l’impatto del loro denaro. Investire nel futuro – se è la propria sicurezza finanziaria o per il futuro del pianeta – va di pari passo con l’empowerment femminile.”
Sviluppo di strategie al femminile e nuova comunicazione: le basi per una finanza più inclusiva e sostenibile
Il profilo di chi investe sta cambiando e con esso vi è uno spostamento di focus e valori. E’ necessario che il mondo finanziario scenda dalla sua torre d’avorio per creare una comunicazione trasparente, indirizzata anche all’utenza femminile.
Va ripensato il linguaggio dell’investimento: il 37% delle donne riferisce che se il linguaggio usato fosse più semplice da capire, sarebbero più incentivate ad investire o ad incrementare la propria quota. Per questo motivo, c’è la necessità di incentivare un linguaggio più vicino al mondo femminile, abbassando le barriere linguistiche che spesso caratterizzano il settore finanziario.
L’attrazione di talenti femminili nel settore rappresenterebbe una vera innovazione: quasi tre quarti (73%) dei gestori di patrimonio ritengono che l’industria degli investimenti sarebbe in grado di attirare più donne a investire, se l’industria stessa avesse più gestori di patrimoni donne. Ciò attiverebbe un vero e proprio circolo virtuoso.
Il coinvolgimento delle giovani donne e una maggiore educazione finanziaria aprono le porte ad una finanza inclusiva. Il 69% delle giovani donne che attualmente investono selezionano i loro investimenti in base all’impatto sulla società. Aumentando il tasso di partecipazione delle investitrici donne, potrebbe aumentare, di conseguenza, la loro prosperità personale e ciò comporterebbe impatti ambientali e sociali positivi.
Infine, è fondamentale superare la convinzione errata che, per investire siano necessarie ingenti somme di denaro. Per cominciare, è sufficiente anche una piccola somma.
Cosa si può fare per sostenere l’inclusione femminile nel mondo finanziario?
Questo è il momento, per il settore finanziario, di coinvolgere attivamente la metà finora trascurata creando un settore più inclusivo. Lo sviluppo dell’editoriale Donne e Investiment(Y), crea all’interno di InfinityHub una forte sinergia per sviluppare uno spazio di comunicazione, condivisione e discussione rispetto alle dinamiche di gender-gap finanziario.
Come evidenziato nell’articolo, una parte della soluzione è proprio nel linguaggio e nella comunicazione. E’ proprio questo lo scenario di partenza in cui InfinityHub si pone come stimolo per una finanza più inclusiva.