Infinityhub si è creato da solo, e continuerà a crescere finché ci saranno persone che studieranno e realizzeranno soluzioni specifiche per problemi specifici. Il mio ruolo è stato semplicemente quello di riunire alcune persone che hanno trovato soluzioni innovative.
Massimiliano, cosa rappresenta per te Infinityhub?
Personalmente l’esistenza stessa di YHUB credo rappresenti il miglior contesto lavorativo oggi realizzabile.
Antoine de Saint Exupéry ha scritto un concetto che credo possa rappresentare a pieno YHUB: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini. Ma insegna loro la nostalgia del mare vasto ed infinito”.
Quindi, YHUB introduce un concetto lavorativo basato sulla passione e sulla sinergia?
Non solo.
“Fino all’altro ieri, più del 90% degli umani erano agricoltori che si alzavano ogni mattina a lavorare la terra con il sudore della fronte. L’extra che producevano andava alla minuscola minoranza delle élite – re e regine, funzionari governativi… che hanno riempito i libri di storia. La storia è stata determinata da pochissime persone, mentre tutti gli altri aravano campi e portavano secchi di acqua” così il Prof. Yuval Noah Harari in “Da animali a Dei” descrive il contesto politico-produttivo del tempo.
Oggi, con le tecnologia ed il sapere positivo della “quarta rivoluzione industriale” tutti possiamo scrivere la storia e beneficiare personalmente del valore aggiunto del proprio lavoro come del lavoro di altri, meglio se con una efficiente ed efficace unione sinergica d’intenti: YHUB agevola, concentra e accelera tutto ciò; partendo dal livello più basso, quello locale.
Come e quando nasce l’idea di Infinityhub?
Il primo capitolo della storia di YHUB parla di persone. Tutto nasce dal loro lavoro, dalle esperienze, dalla forza, dalla perseveranza, dalla caparbietà, dall’ossessione, dall’amore dei particolari e dalla disponibilità, ma direi di più: soprattutto dalla loro unione. Siamo tutti consapevoli che nulla unisce gli uomini più del lavoro: “Noi torniamo uomini nel momento in cui noi lavoriamo, nel momento in cui non lavoriamo noi sopravviviamo e non viviamo”.
Proprio lavorando e fondendo le nostre esperienze, siamo arrivati allo sviluppo di relazioni. Ed è sulla base di queste relazioni che si fonda YHUB.
Cosa è in grado di offrire oggi Infinityhub?
YHUB è una tavola apparecchiata dove al posto delle pietanze vi è il lavoro, con i suoi diversi mercati e settori cui si riferisce, dove l’antipasto è l’efficienza energetica e chiunque può servire e chiunque può essere servito.
A detta degli alti soci (qui), il tuo entusiasmo e la tua passione hanno giocato un ruolo decisivo nella nascita di Infinityhub, è corretto?
Di fatto sono un continuo strumento acceso, un apripista, ma tutti quanti i fondatori sono stati coinvolti, travolti, da questo nuovo paradigma, che si è praticamente creato da “solo”.
Che cosa intendi?
Ogni ingresso in società, di una persona o di una società, porta con sè una soluzione ben precisa ad un ben preciso problema, divenendo essa stessa un punto di forza caratterizzante; questo continuerà ad avvenire anche se fossimo un milione di aderenti a questo progetto. Noi abbiamo lasciato semplicemente le porte aperte.
Il paradigma su cui YHUB si basa corrisponde l’unico metodo che oggi è possibile applicare perché il Paese intraprenda una continua e costante crescita in ambito energetico.
Proporre una serie variegata di soluzioni, con differenti prezzi e modalità d’applicazione, dove il miglioramento ed il risparmio guidano la scelta delle persone è un concetto che esisteva già da solo, ma non era applicato al settore cleantech. Da oggi, con Infinityhub lo è.
Come si inserirà Infinityhub nel tradizionale panorama delle energie rinnovabili?
Va considerato che le energie rinnovabili e l’efficienza energetica sono solo il filo legante del nuovo paradigma, che può essere replicato in qualsiasi altro settore.
Il tutto avrà inizio con un censimento eco-dinamico di dettaglio, dando spazio esclusivo ai giovani, che porterà le comunità ad affacciarsi all’intero progetto. Abbiamo speranza, le statistiche ci aiutano; si stima che una buona percentuale delle famiglie italiane desiderino risparmiare, incentivare l’occupazione e vivere in Comuni energicamente autonomi.
Oggi abbiamo, da una parte, un mercato inevaso in cui giocano le grandi imprese energetiche, con un importante dispendio mediatico, scarso risultato ed approcci indiretti e lontani dal cliente finale; dall’altra parte, piccolissimi artigiani, che non riescono a proporre un progetto integrato seguendo ognuno la sua tecnologia, slegata od obsoleta.
Il primo passo dopo la conclusione della campagna di crowdfunding?
Dico solo una parola: Perugia. Il resto lo vedrete.
Ultima domanda, lo rifaresti?
Assolutamente si! Non oggi, non domani, ma ieri perché YHUB ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di YHUB.